IL CONTINENTE EMILIO VILLA
          Il continente Emilio Villa 
            Mostra e tavola rotonda, sabato 6 giugno  dalle 17:00
          “e celebro l’etimo corroso dalle iridi  fonetiche, l’etimo immaturo, l’etimo colto, l’etimo negli spazi avariati, nei  minimi intervalli, nelle congiunzioni, l’etimo della solitudine posseduta,  l’etimo nella sete e nella sete idonea alle fossili rocce illuminate dalle  fosforescenze idumee, idolo di Amorgos!”
                      E. Villa Linguistica dalla  raccolta di poesie E ma dopo, 1950
          L'opera di Emilio Villa è stata  realmente una personalissima celebrazione dell'etimo, come egli stesso dichiara  in questi suoi versi, portata avanti con precisione e indeterminatezza allo  stesso tempo, con sofferenza e con estrema libertà. L'opera poetica, artistica  e critica, che l'autore ha voluto mantenere a margine rispetto alla cosiddetta  ufficialità culturale, sta vivendo un momento di grande interesse presso  studiosi e appassionati. L'evento Il continente Emilio Villa al Museo  della Carale di Ivrea ne è un esempio.
          La mostra celebra un evento di grande  importanza, l'acquisizione da parte del Museo della Carale Accattino di un  prezioso archivio dedicato a Villa raccolto da Aldo Tagliaferri, principale  studioso e amico del poeta e artista. Tagliaferri ha seguito e accompagnato  Villa dal 1969, raccogliendo e conservando manoscritti e documenti (anche  inediti) donatigli dal poeta e dai suoi amici o acquisiti singolarmente nel  tempo.
           L'archivio Villa è giunto ad Ivrea non  per caso. Nel 2008 Adriano Accattino fonda il museo della Carale, centro di  ricerca e archivio per la poesia sperimentale e visiva. Non solo, già nel 1973  Accattino organizza, sempre a Ivrea, un Festival di poesia di grande risonanza, Poetiche, al quale prendono parte tutti o quasi i poeti visivi italiani.
           Il materiale raccolto nel fondo Villa  comprende una vasta tipologia di carte: si va dai libri (molte sono le edizioni  originali, alcune realizzate con artisti come Burri, Turcato, Nuvolo,  Castellani, Bonalumi, Parmiggiani, Costa, Pomodoro) ai cataloghi, riviste,  grafiche, documenti (con un ampio corpus di fotografie, lastre, articoli,  fotocopie) ai manoscritti e dattiloscritti (testi letterari, note, progetti,  tavole, appunti, traduzioni) sciolti oppure contenuti in cartelle, taccuini,  block notes, lettere e cartoline (come quelle di Burri, Manzoni, Duchamp e  Matta). 
           Il fondo comprende inoltre una vasta  raccolta di cataloghi e pieghevoli con articoli di presentazione degli artisti.  Tuttavia l’elemento più importante è costituito dalle numerose poesie scritte a  mano su frammenti  di carta di ogni tipo,  che testimoniano la centralità dell'aspetto visuale dell'opera scritta di  Villa. L’ambizione estetica si nota al primo sguardo, le carte di Villa sono  vere e proprie tavole visive, cioè non più solo pagine, ma composizioni  apprezzabili alla vista, senza necessità di lettura. Questo effetto è  determinato dalla particolare disposizione delle parole nello spazio, dall’uso  di inchiostri di colore diverso, dal movimento impresso dallo spostamento delle  frasi, dalla disseminazione di macchie, correzioni, frecce, dalle  sovrapposizioni di parole o lettere. Così la pagina di Villa appare come un  campo  movimentato dalla passione  sicuramente estetica che la rende completa e autonoma già di per sé. I testi  poetici di Villa, poi, si raccolgono intorno a parole icona come Sybille, Labirinti, Trou, Mottetti, Taroc,  Demoni, Zodiac. Altro elemento centrale della complessità dei suoi scritti  è costituito dal linguaggio nuovo che crea di continuo. L’invenzione di parole  può trovare ragione nella sua conoscenza di molte lingue di cui alcune in uso  ed altre morte. Questo effetto linguistico espansivo  è anche sostenuto dall’insofferenza di regole  grammaticali e sintattiche: Villa pratica la libertà nella scrittura ed  obbedisce esclusivamente al proprio istinto. Da questo atteggiamento derivano  sia un'offerta abbondante di termini e vocaboli sia, talvolta, un’oscurità di  comprensione nei modi tradizionali, ma l'aspetto principale è l’apertura  linguistica e l’efficacia espressiva, che seguono canoni sconosciuti. Dallo spiazzamento  linguistico e dal coinvolgimento visuale e sonoro che i testi villiani  producono, si genera un effetto emozionale che, se proprio non coincide, almeno  rasenta la poesia. 
           La mostra si articola in più sezioni  critiche: la vita di Villa (sempre caratterizzata da un particolare  anticonformismo che ha investito l'intera sua opera), l'attività culturale e  critica accanto ad alcuni importanti artisti impegnati a riformare la pittura  del Secondo Dopoguerra come Afro, Bonalumi, Burri, Capogrossi, Dorazio, Lo  Savio, Manzoni Mirko, Novelli, Rotella, Schifano, Turcato, l'Emilio Villa  poeta, l'artista e le relazioni con l'ambito della poesia visuale...tutti  argomenti contenuti nel preziosissimo fondo, che appare come un microcosmo  tutto da scoprire, studiare, condividere. 
          Per completare lo sguardo su Villa,  Adriano Accattino e Lorena Giuranna propongono una tavola rotonda a cui  parteciperanno alcuni tra i principali studiosi e appassionati di Villa: Aldo  Tagliaferri, Giorgio Zanchetti, Davide Colombo, Raffaele Perrotta, Sandro  Ricaldone e Roberto Cavallo.
           L'evento si pone come un primo  appuntamento proposto per mettere in luce la complessa e affascinante figura di  artista, poeta e uomo di cultura che è stato Emilio Villa. 
          Biografia di Villa
                      Emilio Villa nasce il 21 settembre 1914  ad Affori (Milano). Inizia gli studi al seminario di Seveso, e tra il 1933 e  1936 frequenta l’Istituto Biblico di Roma dedicandosi allo studio del sumero e  della filologia semitica antica. Intraprende una traduzione della Bibbia a cui  si dedicherà per tutta la vita. Nel 1934 pubblica a Bologna la sua prima  raccolta di poesie “Adolescenza” scritta tra i sedici e venti anni.  Arruolato dalla  Repubblica di Salò, si nasconde in Toscana  ospite dello scrittore e critico d’arte Samminiatelli. Verso la fine del 1943  torna a Milano, dove vive in clandestinità. Tra il 1951 e 1952 si trasferisce  in Brasile dove  collabora con Pier Maria  Bardi, fondatore del Museo di Arte Moderna di San Paolo. 
           Tornato a Roma si occupa di critica  d’arte e collabora a numerose riviste. Con Gianni De Bernardi e Mario Diacono  fonda la rivista” Ex” della quale usciranno tra il 1961 e 1968 cinque numeri.  Dagli anni Settanta in poi assistiamo a un progressivo e sostanziale isolamento  di Villa dal mondo letterario e artistico, nonostante la posizione  attribuitagli di maestro del variegato universo della poesia visiva e la  circolazione occasionale nel mercato di suoi “oggetti di poesia” a cui  corrisponde una intensa e febbrile attività plurilinguista (italiano, latino, greco,  portoghese, provenzale e in particolare francese) fino all’ictus del 1986 che  gli impedirà di parlare e scrivere. Il 14 gennaio 2003 muore in solitudine in  un ricovero per persone anziane situato nei pressi di Rieti.
          Programma 
           IL CONTINENTE EMILIO VILLA
           Sabato  6 Giugno, ore 17.00, inaugurazione della MOSTRA DELLE CARTE  MANOSCRITTE, foto, lastre, manifesti, articoli.
          A seguire, TAVOLA ROTONDA: Emilio Villa  in persona.
            Partecipano: Riccardo Cavallo, Davide  Colombo, Raffaele Perrotta, Aldo Tagliaferri, William Xerra, Giorgio Zanchetti.  Moderatori: Lorena Giuranna e Adriano Accattino
          Domenica  7 Giugno, ore 11.30, Extra Moxtra: Presentazione dei libri 
           WHOLLY, Libro d’artista di Liliana  Ebalginelli. Sarà presente l’editore e stampatore d’arte Giorgio Lucini             ATROPOIESI,  Poesie scritte al buio, di Adriano Accattino, Edizioni Mimesis